SALITE INVERNALI TRA GIOVO E RONDINAIO

Dire che le valli tra Giovo e Rondinaio sono le zone più alpine dell'appennino tosco-emiliano, non fa certo stupire chi un po' di montagne le ha viste, ma se questo è vero da un punto di vista prettamente paesaggistico, lo è altrettanto dal punto di vista climatico ed in particolare alpinistico.Queste valli snelle e dai fianchi slanciati, ma anche aspri e crudeli hanno fatto si che in questa zona più che in altre dell'appennino, si sviluppasse un terreno di gioco ed avventura tanto per l'escursionista quanto per il più esigente alpinista che d'inverno ricerchi emozioni ed avventura.Sicuramente anche il particolare clima della zona gioca un ruolo fondamentale, tant'è che queste valli ogni inverno, si riempiono e si adornano di neve, che data l'ubicazione è per lo più carica d'umidità, e conseguentemente le rigide temperature che non di rado scendono di molti gradi sotto lo zero, trasformano ogni pendio ed anfratto in uno stupendo luna park per piccozze e ramponi.

Questo angolo di paradiso, era già conosciuto dai padri dei nostri padri, infatti gli abitanti non più giovani dei limitrofi paesi, si ricordano ancora di qualche temerario avventuriero che quasi un secolo fa si affacciava d'inverno alla scoperta dell'ignoto. Con l'avvento dell'alpinismo invernale, a partire dagli anni '60 la zona iniziò ad essere meta ambita e conosciuta, e ben presto furono saliti tutti quei percorsi più evidenti di cui queste pareti sono ricche, creste e crinali, canali e pendii, per una sistematica esplorazione di tutto il massiccio.Nonostante i tempi siano ormai cambiati, e con essi, tecniche e materiali, ogni inverno queste zone sono sempre più frequentate dagli alpinisti desiderosi di cimentarsi, scoprire, o semplicemente gioire delle meraviglie invernali che il freddo la neve ed il vento sono capaci creare.

In una continua espansione l'alpinismo e le possibilità di salita ogni hanno si rinnovano su questi pendii, e gli occhi attenti e perspicaci degli alpinisti locali scoprono periodicamente nuove ascensioni, tenendo sempre alto e vivo l'interesse per queste montagne.

VALUTAZIONI

Le salite sono state valutate tenendo conto delle difficoltà tecniche e di lunghezza dell'itinerario, dando una valutazione di impegno complessivo secondo la tradizionale scala: F (facile); PD (poco difficile); D (difficile); TD (molto difficile); ED (estremamente difficile), dando per scontato che le salite possono essere soggette di variazioni, dovute dall'abbondanza o meno di neve, velocità del vento e temperature. Le valutazioni assegnate si riferiscono alle condizioni generalmente che il più delle volte si creano su questi itinerari. Resta comunque sempre da tenere bene a mente che tutte le salite si svolgono su terreno naturale d'avventura, pertanto ognuno valuta e sceglie le proprie decisioni a proprio rischio e pericolo.

È buona norma prima di affrontare ogni ascensione documentarsi adeguatamente, tanto per le salite che le discese, anche interpellando i professionisti della zona, guide alpine, che i gestori dei rifugi o comunque persone fidate ed aggiornate sulle condizioni.

Va ricordato in oltre che tanto le salite che le discese si svolgono interamente su neve, ed è di primaria importanza valutarne lo stato di assestamento ed il pericolo di valanghe, essedo questa zona particolarmente soggetta, e munirsi delle precauzioni necessarie, in primis a.r.v.a. pala e sonda.

Anche la nebbia è un insidia da valutare correttamente, non di rado già dalla mattina si intensifica una forte nebbia che rende difficilissimo l'orientamento, con il conseguente rischio di finire in zone molto pericolose.

Generalmente per le salite è sufficiente una normale dotazione alpinistica, ramponi, piccozza, casco, imbraco, corda e moschettoni, ma un paio di chiodi sia da ghiaccio che da roccia, piuttosto che protezioni veloci, possono risultare utili su alcuni itinerari, anche per far fronte ad un imprevisto.

Essendo un po' tutta la zona a scarsa copertura di rete telefonica non sarebbe sbagliato munirsi di un apparecchio radio, essendo il rifugio Vittoria munito di un efficiente stazione rice-trasmittente, avendo cura di informarsi preventivamente dallo stesso, sulle frequenze da adoperare.

E per finire ricordiamoci sempre di avere prudenza e rispetto dell'ambiente.

 

NORMALE AL MONTE GIOVO (sentiero n.525)

Località:

Monte Giovo al lago Santo, Appennino Modenese.

Accesso:

Dal rifugio Vittoria, raggiungibile da Pieve Pelago (MO) in10 minuti di auto.

Difficoltà:

F (facile)

Dislivello:

490m

Materiale:

Ramponi, piccozza, corda ed imbraco.

Relazione:

Dal rifugio Vittoria seguire i bolli rossi e bianchi del sentiero C.a.i. estivo n. 525, che dall'estremità meridionale del lago, risale la borra dei porci fino al pianoro alla fine del bosco. Da qui portarsi sulla cresta che divide la valle del Rondinaio da quella del Giovo, e seguirla fino alla sella del crinale di confine, poi verso nord fino alla vetta, del giovo, altrimenti a sinistra per l'Altaretto.

Discesa:

Seguire a ritroso il percorso di salita.

Considerazioni generali:

Anche se questa salita è considerata la “normale” non va sottovalutata, infatti, è pur sempre un percorso di cresta, e con neve ghiacciata, ed affilata dal vento è tutt'altro che banale. Per affrontare l'ultimo risalto, che dall'uscita del triangolo porta alla sella, può essere prudente effettuare un piccolo tiro di corda, infatti questi ultimi 20 metri, sono spesso un ripidissimo scivolo di ghiaccio reso ostico dal vento forte che si convoglia a questa foce. Da qui per arrivare in vetta, valutare bene la cornice, e tenersi a debita distanza dal bordo.

 

 

DIRETTA ALLA CROCE

Località:

Monte Giovo al lago Santo, Appennino Modenese.

Accesso:

Dal rifugio Vittoria, raggiungibile da Pieve Pelago (MO) in10 minuti di auto, si segue il sentiero 525.Usciti dal bosco, la vetta rimane proprio sulla verticale. Da qui attraversando il pianoro che immette sulla rampa sommitale, iniziare la salita puntando direttamente alla croce di vetta.

Difficoltà:

PD (poco difficile) (aggirando i risalti rocciosi)

Dislivello:

Circa 150m (la parte alpinistica)

Materiale:

Normale dotazione alpinistica invernale. ( eventuali protezioni da roccia se si vogliono affrontare i risalti)

Relazione:

Dal pianoro all'uscita del bosco salire direttamente alla croce, aggirando, o cercando di proposito i risalti rocciosi che tal volta risultano divertenti muretti di ghiaccio, altre rocce infide. L'uscita in vetta può risultare insidiosa quando sono presenti grosse cornici aggettanti.

Discesa:

Dalla vetta, scendere per la normale al Giovo, seguendo grosso modo quello che d'estate è il tracciato del sentiero n. 525.

Considerazioni generali:

La salita può variare anche considerevolmente a seconda di come la neve, il vento ed il freddo hanno lavorato questo pendio, e in funzione di come si vogliono aggirare o affrontare i risalti rocciosi. Valutare molto bene l'uscita in caso ci siano cornici di neve, e Valutare sempre molto attentamente la sicurezza del pendio, visto che ogni hanno quel pendio genera generose valanghe. Si consiglia di attaccarlo a l'alba con veve portante e temperature rigide.

 

 

CANALE CENTRALE

Località:

Monte Giovo al lago Santo, Appennino Modenese.

Accesso:

Dal rifugio Vittoria, raggiungibile da Pieve Pelago (MO) in10 minuti di auto, si attraversa tutto il lago Santo in direzione N-NW costeggiandolo sulla destra. Dalla sua estremità è ben visibile alla sinistra del lago in direzione W. La salita inizia subito sopra il lago 15 minuti dal rifugio.

Difficoltà:

D (difficile)

Dislivello:

Circa 350m

Materiale:

Normale dotazione alpinistica invernale, possono risultare utili un paio di viti da ghiaccio.

Relazione:

Subito sopra il lago, iniziano le difficoltà alpinistiche, con il superamento di un breve risalto ghiacciato di una decina di metri, (aggirabile sulla sinistra in caso sia scoperto o coli acqua ). Superato questo tratto, il canale si apre e procede con pendenza costante di circa 35 gradi fino ad una strozzatura.(superato il primo tratto è possibile uscire sulla sinistra per il pianoro). Raggiunto questo imbuto solitamente iniziano una serie di risaltini, anche verticali, ricoperti di ghiaccio. Al termine di questi il canale termina con pendio uniforme sui 30 gradi, che conduce ad una aerea cresta, la quale seguendola a sinistra porta alla vetta del Giovo.

Discesa:

Seguire grosso modo quello che è il sentiero estivo 525 che riconduce direttamente al rifugio. Dalla vetta in direzione sud per ampia cresta, fino alla focetta del canale del triangolo, da qui scendere verso est in direzione del rifugio, e continuare a scendere più o meno dritti.

Considerazioni generali:

La salita è considerata a ragione la classica della zona. Non presenta particolari problematiche o pericoli, tuttavia è fondamentale valutare bene le condizioni del manto nevoso, infatti il canale è soggetto a scariche valanghive. Valutare bene anche la discesa, sia per eventuali valanghe non rare nel paginone sotto la croce, che il problema nebbia molto frequente nel primo pomeriggio. Molto varia e di grande ambiente, presenta un po' tutte le variabili della zona, con un uscita di grande respiro. Si consiglia di attaccarla all'alba.

 

 

CANALI DEL TRIANGOLO

Località:

Monte Giovo al lago Santo, Appennino Modenese.

Accesso:

Dal rifugio Vittoria, raggiungibile da Pieve Pelago (MO) in10 minuti di auto, si segue il sentiero 523in direzione del lago Baccio. Appena oltrepassato il lago, quando il sentiero inizia a salire, il contrafforte roccioso del triangolo è ben visibile sulla destra, con i due canali ai suoi lati rispettivamente sinistro e destro. 30 minuti dal rifugio.

Difficoltà:

PD (poco difficile)

Dislivello:

Circa 350m (la parte alpinistica)

Materiale:

Normale dotazione alpinistica invernale.

Relazione:

Subito sopra il lago Baccio, iniziano le difficoltà alpinistiche, con l'immissione nel conoide di eiezione. Da qui si sceglie se percorrere il canale di destra (salendo), oppure quello di sinistra, leggermente più ripido nella parte alta. Entrambi i canali hanno una pendenza costante di circa 35/40 gradi, con un impennata di uscita ,50 gradi, causata dal vento che arriccia le creste. É possibile effettuare delle comodo soste ai lati rocciosi dei canali, mentre per l'uscita bisogna effettuarle sulla neve.

Discesa:

Dalla foce di uscita scendere verso est in direzione del rifugio, e continuare a scendere più o meno dritti, quindi entrare nella borra dei porci ed arrivare al lago Santo.

Considerazioni generali:

La salita si svolge interamente su neve, quindi assicurarsi che il manto sia ottimamente assestato prima di intraprenderla, infatti questi canali sono soliti scaricare grosse valanghe (guardate gli alberi rotti sottostanti ). Visto che il vento può formare anche grosse cornici all'uscita, valutarle bene prima di immettercisi. Si consiglia di attaccare queste salite all'alba.

 

 

CANALI ALTARETTO

Località:

Monte Altaretto al lago Santo, Appennino Modenese.

Accesso:

Dal rifugio Vittoria, raggiungibile da Pieve Pelago (MO) in10 minuti di auto, si segue il sentiero 523in direzione del lago Baccio Rondinaio. Oltrepassato il lago, quando il sentiero inizia a salire, il contrafforte roccioso del monte Altaretto è ben visibile sulla destra, è la vetta più alta nella cresta che unisce il Rondinaio al Giovo, con i due canali ai suoi lati rispettivamente sinistro e destro. 50 minuti dal rifugio.

Difficoltà:

F (facile) il sud e PD (poco difficile) il nord.

Dislivello:

Circa 200m (la parte alpinistica)

Materiale:

Normale dotazione alpinistica invernale.

Relazione:

Entrambi i canali hanno una pendenza costante di circa 35/40 gradi per il sud e 40/50 gradi il nord. É possibile effettuare delle comodo soste ai lati rocciosi dei canali, mentre per l'uscita bisogna effettuarle sulla neve. Attenzione ad eventuali cornici di neve.

Discesa:

Dalle sellette di uscita, o si prosegue per cresta verso nord in direzione Giovo e poi a valle sulle tracce del sentiero525, oppure verso sud in direzione Rondinaio, e quindi ritornare al sottostante lago Baccio e da qui al rifugio per il sentiero di salita.

Considerazioni generali:

Entrambe le salite non presentano particolari difficoltà, ma valutare bene le condizioni e l'assestamento del manto nevoso e delle eventuali cornici di cresta.



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