ROVAIO

Si tratta di un gioiello di ottimo calcare che è stato ignorato fino ad un epoca relativamente recente, data la vicinanza a montagne ben più importanti.

A partire dagli anni ottanta per lo più ad opera del Piccinini è stata iniziata la sua esplorazione, spesso con salite notevoli decisamente in anticipo sui tempi.

Accessi:

per lo spigolo del gesù:

Giunti al paese di Gallicano, si prosegue per Molazzana e da qui continuando a salire si giunge in località Piglionico, dove alla fine della strada si parcheggia.

Per il sentiero che conduce a Colle Panestra, si segue in direzione dell’evidente spigolo di roccia.

Per le altre vie versante ovest:

Dalla strada provinciale del cipollato, circa due chilometri e mezzo dopo il lago di Isola santa in direzione Castelnuovo , si svolta a destra per una piccola stradina sterrata che conduce all’abitato di Pizzorno.

Si parcheggia nell’esiguo spazio, cercando di evitare intralci per gli abitanti, e a piedi si attraversa, con il dovuto rispetto l’abitato, quindi si risale un ghiaione e prima della sua fine si esce sulla destra, per tracce nel bosco ci si porta sotto le pareti.

Stile di arrampicata e periodo:

Lo stile è molto vario, comunque mediamente sempre tecnico su roccia compatta.

Si consigliano la mezze stagioni, in quanto tutte le vie prendono molto sole da metà mattina.

 

Gli itinerari:

 

SPIGOLO DEL  GESÙ

Difficoltà circa 5b e A1 dislivello 100

F. Macarini, A. Sarteschi, U. Vecci 1974

La salita si svolge sull'evidente spigolo affilato,ben visibile dal Piglionico, che dall'abitato di Colle Panestra conduce in vetta il monte Rovaio.

Per raggiungerla, conviene dal Piglionico, scendere per il sentiero che conduce a Collepanestra. Oltrepassare l'abitato e le sue rovine fino a che il sentiero non interseca il crinale. Da qui si risale la dorsale per tracce, fino alla base dello spigolo.

La salita è di stampo classico, attrezzata a chiodi. Ma lo stesso apritore F. Macarini, nel 2017 ha sostituito i chiodi a pressione con degli spit messi a mano. ( esempio di grande longevità e progresso, Bravo Faliero, che giustamente osserva che i suoi chiodi originari dopo tanti anni non sono più sicuri ).

Per la discesa, conviene una volta terminata la via calarsi in doppia ( circa 50m ) direttamente sul crinale di destra salendo. La calata si effettua da una sosta su clessidre ben visibile.

IL nome della via, come mi ha raccontato Faliero ( uno degli apritori ) è riferito al pimiero nome della montagna, " IN NOME DEL GESù"

     
 

LA DANSA DEL SOLE

6C obbligatorio 5c sviluppo 180m.

L. Piccinini e C.

Discesa in doppia.

Via poco frequentata con roccia non sempre ottimale. (n/v)

     
 

VANESSA

II S2 6C e A1 obbligatorio 6b.

S. Funk A. Loprieno 1990 sviluppo 180m.

Discesa in doppia, utile ripassare alcuni rinvii.

Ad eccezione di pochi tratti, la via si sviluppa su roccia magnifica, con un primo tiro difficile che aspetta ancora di essere liberato. L’impegno rimane alto per tutta la via e si conclude con un magnifico tiro che supera un diedro strapiombante.

     
 

RATTI

II S2 6C+ e A1 6b obbligatorio.

Iniziata da C. Ratti e terminata da S. Funk. nel 1991.

Sviluppo 250m 16 rinvii.

Discesa in doppia per orto botanico.

Dall’ultimo tiro per prato sommatale, con cautela, portarsi un po’ a destra.

Questa via giustamente dedicata a Claudio Ratti, deceduto precocemente, è stata portata a termine dal suo grande amico Stefano Funk, il quale ha saputo magistralmente finire il lavoro. Questa via per estetica, qualità della roccia e bellezza dell’arrampicata, si aggiudica sicuramente uno dei primi posti sul podio delle vie Apuane, offrendo ai suoi salitori, oltre ad un costante impegno, un arrampicata mozzafiato.

Al secondo tiro é possibile andare dritti sull’originale (molto difficile utile un clif) o aggirare a sinistra per variante Funk.

Il quinto tiro lascia sorpresi salendo a spirale su di un gigantesco pilastro che ci porta dentro il grottone. Si riparte da qui con un bel tiro in artificiale, e vinto un ultimo tetto di roccia con tanto vuoto sotto ai piedi, si accede alle placconate superiori che con 3 tiri ci portano alla sommità della parete.

     
 

ORTO BOTANICO

II S2 6B+ obbligatorio 6 a+ sviluppo 180m

L. Piccinini e C. 1985

Discesa in doppia sulla via.

Anche se non è visibile fin tanto che non ci siamo davanti, all’interno di una nicchia sul bordo destro del grottone (circa dieci metri a sinistra rispetto alla sosta di via) c’è una sosta di calata, per rendere le doppie a filo a piombo.

Si tratta della classica della parete, e date le difficoltà più contenute rispetto alle altre anche la più ripetuta.

Dopo un primo noioso tiro di bosco verticale, che attacca da un diedro, la via decolla su magnifica roccia molto tecnica, anche se il tiro chiave è un bel muro strapiombante con grossi buchi molto atletico.

     
 

Tutta colpa delle donne

II S1 6C+ obbligatorio 6 a sviluppo 150m

Attacco: giunti al settore del grottone si oltrepassa "orto botanico" e si continua a camminare per bosco ripido e insidioso per circa 15 minuti.

Oltrepassato un canale di scolo, si risale su di una dorsale,la quale si segue fino alle pareti e quindi si scende a sx per pochi metri.

Per il ritorno seguire il percorso a ritroso e non farsi invogliare dallo scendere dritti nel bosco, si va in contro a dirupi e boscaglia ripida.

Discesa: Anche se probabilmente gli apritori avevano pensato di calarsi su "orto botanico", (così facendo bisogna portarsi dietro gli zaini) io lasciando dei cordini alle soste, mi sono comodamente calato sulla via.( Attenzione. la prima doppia dal bosco si incastra facilmente).

L’itinerario molto probabilmente aperto dal basso, si sviluppa su ottima roccia con i tiri centrali veramente stupendi ed estremamente tecnici, comunque facilmente superabili in A0.

     

 

 

ATTIVITA

HOME

CONTATTAMI

     

CALENDARIO

FOTO

RELAZIONI

 

 

Guida alpina STEFANO NESTI  
tel. 349-3574125