PIZZO D’UCCELLO

Già nominato da F. F. Tuckett nel 1883 per l’impressionante appicco della parete nord, definito uno dei più impressionanti delle Alpi, questo pizzo, non ha avuto storia alpinistica fino al1922, anche se pare che due pastori, già anni prima fossero saliti da questo versante, probabilmente per la rampa erbosa di destra.

Il Pizzo d’uccello, con le sue pareti sud e soprattutto nord, affilata nelle altre direzioni da due lunghe creste, è indiscutibilmente la montagna più importante per l’arrampicata nelle Apuane.

Il versante nord, con i suoi 750m di altezza e quasi 2 km di larghezza, non è solo la più lunga e grande parete Apuana, è un simbolo dell’alpinismo, che ha fatto conoscere le nostre montagne in tutto l’ambiente alpinistico Italiano e non, costituendo la grande sfida Apuana, dove molti grandi nomi hanno lasciato la loro firma con itinerari di grande interesse.

Non di meno anche il versante meridionale, ha visto in epoca più recente fiorire moltissimi itinerari, che anche se di sviluppo minore, sono ricompensati da una roccia generalmente migliore.

Accesso:

Da Vinca per il versante sud, mentre la parete nord è raggiungibile da gramolazzo, fino all’albergo Donegani in auto, quindi foce siggioli a piedi ed infine giù per la ferrata Tordini Galligani, arrivando direttamente sotto la parete.

Un altro accesso alla nord può essere fatto da Ugliancaldo oppure dal fondo del solco di Equi.

Stile di arrampicata e periodo:

Le vie sulla nord sono prettamente alpinistiche, seguono per lo più camini, fessure e diedri, anche se le moderne vie estreme affrontano la parete aperta, mentre le linee a sud favorite da una roccia più solida e dall’uso degli spit, sono di concetto più sportivo.

I periodi migliori sono per il versante settentrionale dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno, mentre per quello meridionale è oppurtuno evitare la stagione calda.

Gli itinerari:

PARETE NORD

  Via dei Genovesi E. Piantanida, E. Stagno 1922 ( uscita capradossa ). successiva rettifica il 5/10/1925 da parte di E. Stagno, A. D'Aglio, A. Frisoni, A. Sabbadini. Terza rettifica con uscita in vetta 9/10/1927 ad opera del precedente gruppo.

III R3 5a dislivello 600m alla vetta, 400 a Capradossa.

La salita attacca dai cantoni di neve vecchia, sinistra guardando la parete, e seguendo le debolezze, per rampe e diedri, perviene alla balma. Da qui come nel 1922 si sale oltre per l'evidente canale di centro sinistra e si perviene a capradossa. Se invece dalla balma si traversa a destra ( non ovvio ) si prende l'imbocco del canale che parallelamente alla cresta conduce alla sommità.

Si tratta di una salita molto particolare e pionieristica, dove lo scopo era  salire cercando il modo più semplice per farlo. A ragion del vero immagino che in quegli anni non debba poi essere stato così facile destreggiarsi sulle rampe e diedri, dove l'aderenza delle moderne calzature aiuta non poco. L'itinerario è pochissimo attrezzato.

Nella sua veste di salita in roccia questo itinerario è praticamente abbandonato, data la grande quantità di ghiaia e massi instabili che intasano i canali. Personalmente l'ho vista brutta la dentro. Mentre nel periodo invernale, si trasforma spesso in una magnifica salita di ghiaccio e misto, relativamente sicura.

Tenere comunque bene in considerazione le condizioni della neve e l'assoluta padronanza fondamentale dell'ambiente "gelato". Già l'avvicinamento, in notturna, non è affatto semplice, e una volta in cima c'è da scendere dal mai banale pizzo.

     
  Via classica

Oppio-Colnaghi

N. Oppio S. Colnaghi 2 ottobre 1940

II R2 5c dislivello 750m

La classica delle classiche, passa nei grandi camini a sinistra del pilastrone centrale sotto la vetta.

La via presenta molte varianti.

     
  Diretta dei pisani E. Biagi, A. Nerli, F. Zucconi. 11, 12 luglio 1965

III R2 6 a+ dislivello 750m

La via che ha introdotto il sesto grado sul Pizzo.

Sale a destra del grande pilastro, e anche se generalmente segue diedri e fessure, non manca di affrontare la parete aperta.

Una frana sul percorso originale costringe ad una variante non banale.

     
     
  Via del camino-fessura obliquo E. Biagi, M. De Bertoldi, A. Nerli, M. Piotti, R. Pucci 1967
     
  Via della gola A. Nerli G. Garuglieri  F. Zucconi  1966
     
  Gran diedro M. Piotti, F. Cantini, M. de Bertoldi, R. Galassini. 1969

II R2 6 a+ dislivello 600m

La via molto bella e logica nella prima parte supera il Gran diedro che contraddistingue la parete verso destra.

Quando questo diedro, diventa sbarrato, si lascia questa linea per traversare a destra sulla rampa.

Una ardua variante persevera nel diedro fino in cima, mentre io e Andreini Nicola, siamo saliti dritti in cresta appena ultimato il traverso.

Questa ultima soluzione è piuttosto pericolosa, perchè dopo la seconda cengia, la parete è molto rotta con difficoltà sostenute con poche e mal sicure possibilità di proteggersi (IV R4 6b circa).

     
  Be mi tempi

Stefano Funk, Alessandro Bertagna 14 / 15 agosto 1994

III R3 6 a+ dislivello 650m

L’ultima "classica" aperta sulla parete, sale seguendo come direttrice il pilastrone a destra della gola.

La roccia su alcuni tiri non è delle migliori, ma le possibilità di assicurarsi sono generalmente buone, con alcuni tiri molto belli.

Guadagnare l’attacco è sicuramente la parte meno entusiasmante.

A FIANCO LA RELAZIONE ORIGINALE DEI STEFANO FUNK

     
  Bardaiano M. Piotti, G. Calcagno 27 maggio 1970 primi tiri M. de Bertoldi.

IV R3 6 a+ / A1 dislivello 350m + 200 basali

È una via da intenditori, purtoppo poco ripetuta.

Allo stato di chiodatura attuale è una via da non sottovalutare, anche se è più psicologica che non pericolosa, visto che sui passi in artif bisogna fidarsi dei chiodi ormai vecchi.

Dopo un primo pilastro di avvicinamento con difficoltà di terzo grado, inizia la via propriamente detta. Nella prima parte si sale su muri compatti vinti in artificiale per lo più, mentre nella seconda la via "spiana" ed affronta rampe di ghiaia ben poco piacevoli.

La roccia nella prima parte è molto bella a tacchette, anche se un po’ sporca, e si presta ad una arrampicata di alto livello.

Io l’ho salita buona parte in libera fino a gradi di 6c, e in artificiale oltre tali difficoltà.

Meriterebbe di essere valorizzata. per lo meno con nuove soste.

     

PARETE SUD

 

  Gonne col le donne M. Franceschini, M. Boschetti, O. Fumanti, M. Terenzi.

II S2 6b dislivello 120m.

Discesa in doppia.

Si sviluppa sulla bella roccia della parete sud, ed è una classica di questo versante.

  Heidy super star M. Terenzi, M. Franceschini, F. Recchia. 1995

II S2 6 a+ disliovello 400m

A detta di molti è la più bella via della parete.

Il tracciato ricercato, la roccia ottima e la lunghezza, ne fanno sicuramente una via molto interessante, peccato per la spezzatura che presenta a metà dalla cengia.

La discesa in doppia è un po’ complicata, quindi è meglio arrivare in cima al pizzo e scendere dalla normale.

  Diedro sud II R2 5b dislivello 150m

G. Crescinbeni, S. Carmignani 1965

Potremmo definirla la risposta sud all Oppio, infatti la via per stile e morfologia gli assomiglia molto. Come tutte le classiche, sale sfruttando le debolezze della parete, ed il grande diedro camino rappresenta una linea invidiabile a molte salite blasonate delle dolomiti.

Discesa a piedi dal sentiero di cresta fino e foce a Giovo.

per raggiungere la vetta una buona combinazione è rappresentata dal concatenamento con la Tizziana.

  Accademiche idiozie. II S/R2 dislivello 120m

Discesa in doppia.

Aperta in epoca moderna, è una via interessante, facendo riscoprire all’arrampicatore il piacere di proteggersi, infatti, dove è facilmente possibile farlo con friend, questo compito è lasciato allo scalatore, diversamente sulle placche compatte ci sono dei fix.

 

PUNTI DI APPOGGIO:

Il rifugio Donegani completamente ristrutturato e raggiungibile in auto rappresenta un ottimo punto diappoggio.

 

ALTRE POSSIBILITà DELLA ZONA:

Una valida alternativa per passare una giornata d'arrampicata, spensierata e divertente, ideale per farsi un po' di calli sulle dita, con tutte le comodità di cui il moderno climb necessita ( 30 secondi d'avvicinamento, rifugio ottimamente gestito ad 1 minuto e copertura cellulare ) è costituita dalla palestra naturale di roccia, posta proprio di fronte al rifugio Donegani, dove oltre alla ottima accoglienza potrete trovare anche ulteriori informazioni.

   
 
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  • 4 Jeno 6c+
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  • 9 Super mario 6a+

 

Io mentre libero Jeno Le mani di Federico dopo che ha .................

 

 

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