PANIA SECCA

 

 

Anche se di poco più bassa rispetto alla sorella maggiore, compensa questi 148m con pendii rocciosi ben più interessanti da un punto di vista alpinistico, ed è unita all’altra Pania "dall’uomo morto"; la singolare cresta a forma di un volto umano.

Vuole la leggenda che sia la faccia pietrificata di un pastore geloso e non corrisposto, il quale innamorato di una pastorella, si sia disteso e lasciato morire in quel punto, per evitare che essa guardasse continuamente il mare, dai pascoli della Pania, nel tentativo di scorgere tornare il suo innamorato, che aveva preso il mare, promettendole che un giorno sarebbe tornato da lei.

La Pania Secca, detta un tempo Paniella o Mammellone, offre rispettivamente a nord est ed a sud est due lunghe creste sulle quali corrono interessanti itinerari di arrampicata in ottica moderna, mentre sulla tetra parete nord est dagli oltre 400m, si sviluppa una storica via di A. Frisone ed E. Stagno aperta nel 1921, con alcune varianti apportate dai fratelli Ceragioli nel 1934.

Oggi questo versante nord, è di scarsissimo interesse se non in inverno, quando, ammantato dalla neve, si trasforma in un’impegnativa salita di misto.

Come tutto il gruppo, anche qui i fenomeni carsici sono notevoli, ed è proprio nelle sue viscere che si sviluppa la famosissima "grotta del vento".

Accessi:

Giunti al paese di Gallicano, si prosegue per Molazzana e da qui continuando a salire si giunge in località Piglionico, dove alla fine della strada si parcheggia.

Per le vie "dei nasi", "ci fa una sega l’uomo ragno"e mono tiri annessi, tutte vie che si trovano sulla cresta nord ovest.

Salire a piedi per una strada sterrata che parte pochi metri prima della cappella del Piglionico, seguirla per circa 15 min, quindi giunti di fronte al secondo edificio che si incontra, lasciare la strada per tracce che salgono a sinistra. Seguendo gli ometti segna via e continuando a salire in direzione di un’evidente placca (il secondo dente della cresta) dopo altri 15 minuti si perviene all’attacco delle vie.

Tutte le discese si effettuano in doppia sulle vie.

Per il pilastro sud est, l’avvicinamento è ben più lungo e complicato.

Lasciata l’auto circa 1 km prima della fine della strada che conduce al Piglionico, in uno slargo nel bosco di fronte alla parete nord est, si sale seguendo una vecchia strada forestale che aggira la Pania Secca sulla sinistra (verso est). Giunti ad una foce sulla cresta che si affaccia sul versante est, traversando su pendii erbosi si guadagna il "canale di Trimpello", nel quale si scende, anche con alcune calate, fino all’altezza della base del pilastro dal quale partono le vie, si traversa a destra faccia a valle e si perviene all’attacco.Ore 2:30

Per la via classica, si continua a traversare in discesa, per poi risalire su terreno infido, fino a raggiungere la cresta sulla quale iniziano le difficoltà.

Una volta giunti in vetta si scende per il sentiero fino al Piglionico e da qui seguendo la strada si giunge all’auto. Ore1:20

Un'altra possibilità di avvicinamento è dal parcheggio della "grotta del vento"

Stile di arrampicata e periodo:

si scala sempre su un ottimo calcare compatto.

Lo stile è di aderenza su placca, con risalti verticali che uniscono le placche stratificate di cui le pareti sono formate.

Queste pareti sono scalabili quasi tutto l’anno, anche se in inverno può fare molto freddo soprattutto nel primo settore oltre una certa data c’è neve fino a primavera.

Per le vie sul pilastro sud, tenere conto che fino a primavera inoltrata, si può trovare neve sul versante di discesa.

Altre possibilità della zona:

La zona è molto ricca di possibilità offrendo con l’altra Pania e le sue falesie ( pania croce ), ed il Pizzo delle Saette ( pizzo saette ) un buon numero di vie lunghe di media difficoltà.

Gli amanti dei mono tiri,ma non solo, troveranno nella falesia delle Rocchette un ottimo luogo immerso nel fresco dei faggi dove cimentarsi su stupende vie anche molto difficili.

Allargando leggermente l’orizzonte, abbiamo verso nord il monte Rovaio, che, anche se geologicamente è considerato un’appendice delle Panie, fisicamente ha una sua propria identità, offrendo oltre alla falesia di colle Panestra, varie vie lunghe di notevole bellezza.

 

Gli itinerari:

ZONA A OVEST DELLA CRESTA NORD:

VIA DEI NASI

I S1 6a+ Dislivello 150m

B. Barsuglia,  M. Dondi, M. Colò. ( circa 1995 )

Prende il nome dall’ironia che gli apritori hanno fatto di loro stessi e dai loro profili facciali.

È una delle poche via di placca Apuane, dove l’equilibrio e la tecnica sono più importanti della forza.

È stata la prima via a salire questa dorsale rocciosa e a mio avviso rimane anche la più significativa.

     

CI FA UNA SEGA L’UOMO RAGNO

I S1 6b Dislivello 150m

Come la precedente è una via di placca con passaggi tal volta un po’ più impegnativi, in particolare il primo e l’ultimo tiro.

     

PROMENADE

I S1 5B dislivello 200m.

Si tratta di una via molto facile, che supera le medesime placche dei nasi, ma parte direttamente da fondo alla dorsale e tiene sempre la sinistra.

L’ultimi due tiri, facilmente collegabili in un unico tiro, sono talmente rotti che ne sconsiglio la ripetizione, mentre una volta sotto il risaltone terminale, si può salire per una delle altre vie precedenti.

     

MONO TIRI

Si tratta di alcune vie di una sola lunghezza che partono tra la via dei nasi e l’uomo ragno, superando il muro del primo risalto con bell’arrampicata tecnica con gradi che non superano mai il 6b+ ma non banali.

PILASTRO SUD EST:

 

CORDATA DEL  COTTOLENGO

II / III SR2 6b+ obbligatorio 6a+ Dislivello 300m

U. Ghiandi, V. Rossi, A. Aiazzi, 1989.

È una via di rara bellezza, immersa in un ambiente selvaggio ed isolato che come dice S. Funck sulla sua rinomata guida, ricorda un alpinismo arcaico, a metà tra arrampicata ed esplorazione.

L’itinerario si sviluppa per 12 tiri divisi da una breve cresta erbosa, mai difficili ma da affrontare sempre con il dovuto rispetto.

Possono tornare utili dei friends.

     

PILASTRO MONTAGNA

III R1 5c Dislivello 300m

E. Montagna, L. Della Casa, 1963

È la prima via che ha solcato questo pilastro.

Come tutte le vie classiche sale cercando di aggirare le difficoltà evitando le zone più compatte.

Comunque quasi tutte le soste sono in comune con la precedente, quindi è possibile di tiro in tiro scegliere su quale salire.

Itinerario poco consigliato se non per valore storico. (n/v)

ZONA EST

   
   
SPERONE NORD II R3 4a dislivello 100m

Questo pilastro l'ho salito per la prima volta nel 2001 come via di accesso alla cresta est.  In quell'occasione cercando di passare sul più facile possibile, transitai sulla parte destra, guardandolo la parete , e vi trovai 3 vecchi chiodi.  Credo si tratti di salite pionieristiche di esplorazione, probabilmente gia salito negli anni 20 , quando spigoli, creste e fessure classiche venivano salite sistematicamente alla ricerca di nuovi itinerari.

Nell'autunno del 2008, e più precisamente il 2 novenbre, cercando di accontentare una richiesta di salita dal fascino d'altri tempi, mi sono ricordato di questo particolare pilastrino. Questa volta ho cercato di affrontare la salita con spirito alpinistico, e quindi mi sono imposto di stare volutamente sul filo di cresta.  Ne è uscita una salita veramente d'altri tempi, dove lo scarpone con perizia va alla ricerca delle rocce più stabili, e la mano prudentemente tasta ogni singola pietra prima di ritrovarsi a rotolare con essa. Sul percorso non era presente niente, e quindi non so se sia una prima o meno, comunque dal canto mio l'ho lasciato pulito come l'ho trovato, avvalendomi solamente di protezioni veloci. Mediamente vale la regola del più difficile  = più sicuro perchè più compatto. Molto bello a tal proposito affrontare l'aerea fessura dell'ultimo tiro proprio per evitare le terrazze ghiaiose laterali.  ( p.s. mettere bei friend in fessura perché poi dopo ci sono solo rampe di ghiaia molto precarie fino all'uscita ).

La salita ovviamente è per un pubblico molto ristretto, intenditori d'annata, che non si preoccupano più di tanto se il tutto si muove e ci ricorda costantemente la nostra precarietà. da un punto di vista tecnico non ci sono particolari difficoltà, tuttavia non è facile individuare i pochi punti veramente saldi dove piazzare ottime protezioni, e sopratutto effettuare le soste. Prudenza sempre per i sassi che possono cadere sul secondo di cordata, e valutare anche sassi cadenti dall'alto smossi dai caproni o non so cosa, come è successo a noi quando eravamo nella prima parte. Il canale sia di destra che di sinistra infatti sono dei punti di scarico naturali. 

L'accesso avviene come la parete nord e una volta al ghiaione risulta evidentissimo.

Il rientro si effettua seguendo la cresta est verso sinistra una volta usciti, e tornando a riprendere le tracce che conducono alle sottostanti ghiaie e quindi all'auto.

 

Quest'itinerario può rappresentare una validissima prolunga basale alla salita della cresta est fino alla vetta della pania secca.

 

   
CRESTA EST

III R3 4a dislivello200m

A. Ciglia; A. Sabbadini; E. Stagno 1928

L'itinerario si sviluppa sull'aerea cresta est, che funge da sparti acque tra la media valle e la lucchesia. Questa cresta è il naturale prolungamento della dorsale delle rocchette, che poi si innalza a formare la Pania secca.

Ci si accede come per andare al pilastro montagna partendo dalla strada che porta al Piglionico

La sella dalle quale iniziano le difficoltà alpinistiche è raggiungibile dai ghiaioni sotto la nord, anche per un proimo pilastro che parta dai medesimi ghiaioni con difficoltà di terzo grado su terreno non proprio ottimale ( presente qualche vecchio chiodo )

La salita vera e propria inizia alla sella in prossimità di un alberello, ( usato per calarsi nel trimpello ) dove la cresta inizia a salire ripidissima. Ci si tiene leggermente sulla sx, per poi riprendere il filo di cresta circa 50 metri più in alto.  si segue poi la debolezza della cresta fino all'ante cima della Pania.

Via di grandissimo interesse e fascino, sia per l'esposizione che per l'impegno. Mai difficile ma assolutamente non banale. La roccia è mediocre e spesso di difficile protezione. Sull'itinerario ( in data della mia ripetizione estate 2008 ) non è presente nessun chiodo ( solo un vecchio cordone, a metà cresta ) e richiede ottima capacità di progressione ma sopratutto assicurazione e posa delle protezioni.

Discesa dalla vetta per il sentiero normale fino al piglionico.

   

FALESIA DELLE ROCCHETTE:

é la più grande e significativa falesia della Garfagnana e amio avviso anche la più bella delle Apuane.

È costituita da un gruppo di "roccioni" a quota 1059msl sulle pendici nord orientali della Pania Secca, e presenta un numero di settori e itinerari veramente notevole, su difficoltà che vanno dal grado 4 all’8a.

Risulta il luogo ideale nelle calde giornate estive, dato che è immersa in uno stupendo bosco di faggi, e i settori sono per lo più in ombra.

Gli amanti dell’arrampicata atletica e di forza, troveranno qui un parco giochi ideale, ma non mancano le vie tecniche o più abbordabili, alcune delle quali anche di più lunghezze.

Tra queste è da segnalare la via "100 metri", la quale con difficoltà classiche sale in cima alla seconda rocchetta, ed altre limitrofe, chiodate da David, volenteroso moderno chiodatore di questi luoghi, che nelle ultime stagioni ha aumentato notevolmente gli itinerari di questa falesia.

Con la recente chiodatura del nuovo settore "la conchetta" , la suddetta via cento metri, si può attaccare da altri tiri, ad esempio, "la genetica" rappresenta un’ottima variante di attacco che ne allunga pure lo sviluppo.

AVVICINAMENTO:

Sulla strada che conduce al Piglionico si incontra una volta rocciosa sulla sinistra, dove è gia possibile scalare su magnifiche vie, e da qui a piedi in 5 minuti siamo al primo settore.

PUNTI DI APPOGGIO:

Ottimi punto di appoggio per il versante settentrionale delle Panie in generale è il rif. Rossi, altrimenti Gallicano offre un ottimo assortimento di locali ed alberghi, nonché Molazzana.

È possibile altrimenti effettuare il campeggio libero (è doverosissimo il rispetto dell’ambiente) in località la Pianizza, una bellissima radura posta a 10 minuti di cammino sotto strada raggiungibile dalla falesia delle Rocchette.

 

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