F O R A T O

Il suo nome prende origine dall’enorme foro che caratterizza la sua sommità.
Questa singolare montagna ha una vetta bifida unita da un enorme arco di pietra, il quale si è generato nel corso degli anni a seguito dell’azione dei venti.
Questo arco di roccia ha da sempre attirato molti turisti ed escursionisti che ogni domenica di bel tempo, vanno ad ammirare lo strano fenomeno, cimentandosi spesso con la famosa traversata, non difficile, ma di sicura emozione.
I visitatori più esigenti poi, non si accontentano di attraversare il magnifico ponte, ma effettuano anche la calata dalla sua sommità librandosi nel vuoto.
Le sue dimensioni, sono notevoli, ha uno spessore di 8m nel punto più stretto, è largo 32m ed alto 26 sulla perpendicolare, ma lo scosceso terreno del canalone sottostante, fa si che sul versante a mare precipiti per più di 100m.
Ovviamente questo foro nella montagna non attira solo i turisti, ma anche i piloti più ardimentosi di velivoli, infatti, esso è stato attraversato sia da un elicottero che da un piccolo aeroplano.
A noi alpinisti, invece ciò che interessa di più di questa montagna non è tanto il suo foro, quanto le pareti che costituiscono le sue spalle, ed in particolare quella di destra, vista dal mare, perché è proprio su quest’ultima che si snodano le vie di arrampicata, tutte molto belle e impegnative.
Chi sa se nascerà mai una via sotto l’arco?
 

Accesso:

Un Km prima del paese di Stazzema parte sulla destra una strada con indicazioni "rif. Forte dei Marmi". Seguirla tutta fino a dove parte il sentiero n. 6. Imboccato il suddetto sentiero lo si segue per circa un’ora e mezzo. Con piacevole andatura a mezza costa in un fresco bosco si perviene al bivio con il n. 124. Da qui si percorre questo secondo sentiero ( a tratti poco evidente e con passaggi molto pericolosi) fin sotto le pareti.

Le vie non sono facilmente individuabili, tenere come punto di riferimento, una pinnacolo roccioso che si trova in corrispondenza dello spallone.

Dalla Garfagnana, raggiunto Gallicano, salire a Fornovolasco e per sentiero all’arco.

Scendere sotto il foro in direzione mare e costeggiare sulla sinistra fino all’attacco delle vie. (non intuitiva).

Stile di arrampicata e periodo:

Lo stile cambia molto da via a via.

Sulla Stefaluk la salita è molto alpinistica, infatti la via fu aperta dal basso in stile e con protezioni tradizionali. La Superforato rappresenta invece una scalata mista, che alterna tratti in libera ad alcuni in artificiale, mentre 38 Special e Fixieland rappresentano due vie di arrampicata in ottica moderna, aperte a spit dal basso, con un livello piuttosto elevato sopratutto per la prima.

Per quanto riguarda il periodo, si consigliano le mezze stagioni, in quanto la parete è esposta a sud.

Gli itinerari:

contrafforte nord

   
FORATO MON AMOUR

III R2 6a ed A1/A2 dislivello 120m

A. Benassi; V. Oreste il 4 luglio 2009

Itinerario aperto in stile classico con chiodi e materiale da incastro. Sono presenti sulla via pochi.  La via si svolge sulla dx del pilastro ovest della cima nord del Monte Forato. La roccia è a tratti ottima ad altri delicati con erba.

L’attacco si raggiunge dal sentiero CAI 124 che conduce all’ Arco (versante Cardoso). Appena il sentiero inizia a salire lo si  abbandona da subito per traccia a sinistra ( faccia a monte ) che porta sotto la parete ovest  della cima nord. Aggirata a sinistra una zona strapiombante, si giunge in prossimità dello spigolo, dove attacca la via.

L1) Si salgono in obliquo a dx per fessura, quindi si superano alcuni gradoni  erbosi poi si traversa decisamente a sx per placca, ignorando una vecchia chiodatura che continua verso Si raggiunge un evidente pilastro/spuntone dove si sosta  30  mt.  5c.

L2) Si risalgono le placche fessurate sopra la sosta in prossimità dello spigolo fino a raggiungere un gradino erboso con a dx una scaglia rotta. Si sale ancora per alcuni mt. poi si traversa  decisamente a dx sino a raggiungere una comoda terrazza, da dove per terreno facile ma delicato si sale fino a due alberelli dove si sosta.  40 mt. 5c

L3) Dalla sosta obliquare a dx evitando una placca compatta, poi alzarsi direttamente raggiungendo un diedro erboso, superarlo sino a raggiungere una pianta.  Alzarsi sulla dx di quest’ultima per raggiungere un breve strapiombo, superarlo a sinistra,  per muretto con due clessidre.  Andare in obliquo a sx sino a sostare su di un pulpito alla base de compatto muro terminale. sosta da attrezzare non facile ( comodo friend del 3 ) 40 mt. 5c A1. ( tiro non verificato )

L4)  Si sale la delicata placca verticale sovrastante la sosta, quindi traversare a sx sino ad un evidente pilastrino, superarlo e raggiungere un gradino erboso. Dallo stesso superare il muro soprastante in artificiale, dapprima in verticale poi in obliquo a dx sfruttando una sottile fessura che ritorna sulla destra dello spigolo. Superare un piccolo strapiombo sino a aggiungere una zona gradinata più facile sino  al  bosco sostando sul alcune piante.  40 mt.    6a e A1/A2 ( da attrezzare per lo più a friend ).

Discesa: Dal bosco salire brevemente  ad un muro roccioso, traversare a dx , salire ancora , poi traversare decisamente a dx su terreno erboso per evidenti tracce di animali, raggiungendo la cresta poco sotto la cima nord dopo di ché scendere, passando sotto l’arco naturale per sentiero sino alla base delle pareti.

   
VARIANTE NESTI - ANDREINI III R3  6b obbligatorio

Stefano Nesti e Nicola Andreini il 25 ottobre 2009

Nell'occasione di ripetere la via originale, abbiamo aperto una variante al secondo e terzo tiro della via, sempre con metodo classico, come impone lo stile rigoroso di questa salita.

L2) Si risalgono le placche fessurate sopra la sosta in prossimità dello spigolo fino a raggiungere un gradino erboso con a dx una scaglia rotta. Si sale ancora per alcuni mt. ( fin qui come sulla via originale ). Anziché deviare a dx, si continua dritto e leggermente a sx fino ad un terrazzino con chiodo lasciato, alla base di un tozzo pilastro. Si affronta direttamente questa sporgenza rocciosa, dopo di che una volta sopra di essa, si punta dritti agli alberi di sosta.  40 mt. 6a+

L3) Dalla sosta con alberi, salire dritti leggermente a sx per muro compatto ed improteggimile fino sotto un tetto fessurato. Sulla sinistra del tetto, abbiamo messo un chiodo lasciato, quindi con passo atletico e boulderoso, si vince il tetto fino ad arrivare in piedi sopra di esso nel punto dove forma un comodo terrazzo. DA qui con passaggi molto aerei ed atletici, si sale ancora tenendosi a sx, decisamente più esposto ma meglio manigliato, fino ad una grossa clessidra. Con difficoltà minori si sale dritti per ancora 15 metri fino al pulpito di sosta. 40mt 6b

 

ATTENZIONE: tanto la via originale, quanto ed a maggior ragione queste varianti, non sono assolutamente itinerari dove improvvisarsi alpinisti. La roccia è a tratti ottima, ma ad altri precaria, ( sopratutto sul facile ), e le protezioni in loco pochissime, spesso con l'impossibilità di aggiungerne altre.

Per la ripetizione, sono consigliati, oltre che un buon numero di cordini, una serie di friend fino al 3 compreso, e una serie di dadi, nonché un piccolo assortimento di chiodi precauzionali.

Nell'insieme la via originale, piuttosto che la variante, sono itinerari dal gusto veramente di altri tempi, alla ricerca ed all'esplorazione della parete, dove il gesto in se rimane quasi in secondo piano, ma di sicura soddisfazione per l'alpinista bramoso di terreno d'avventura, che ormai sempre meno sulle nostre montagna si presenta.

contrafforte sud

da sinistra a destra:

1 STEFALUK II R1 6b+ obbligatorio 6a+ Dislivello 150m.

S. Funck, L. Dini. 18 / 07 / 1980

L’attacco è individuabile da una vecchia freccia gialla disegnata sulla parete.

Si tratta di una salita in stile classico aperta a chiodi, tuttavia negli anni sono stati aggiunti alcuni spit.

Ne risulta comunque una scalata mediamente sicura e di grande soddisfazione.

Anche se solitamente non occorre materiale aggiuntivo, si consiglia comunque di portare il martello e qualche chiodo.

     
2 38 SPECIAL II S3 7b+ obbligatorio 7b Dislivello 150m R. Vigiani.

Attacca più a destra della precedente.

Si tratta di una via dal grande impegno, dato che i gradi sono alti e obbligatori e gli spit risultano parecchio distanti. (n/v)

     
3 FIXIELAND II S2 6b Dislivello 150m Marco Cencetti e moglie Lorella Matteini.

L’ itinerario attacca a sinistra di un grande monolite di roccia ben visibile, nella placca a sinistra della grande volta.

Si tratta di una via sullo stile della precedente, ma con gradi molto più abbordabili, tuttavia data la distanza delle protezioni, tal volta da integrare, e la roccia non sempre ottimale si consiglia questo itinerario ad alpinisti avvezzi a questo stile di arrampicata.

Utile friend n. 2 o dadi medi, parecchi cordini per clessidre.

     
4 SUPERFORATO II R2 6b+/A1 obbligatorio 6a Dislivello 190m ( i gradi si riferiscono a come l'ho salita io. Per altro pare che tutti i tiri ad eccezione del tetto siano stati liberati )

A. Angelini, A. Benassi, F. Convalle, G. Polacci. 16 – 17 / 06 / 1984 con bivacco alla cengia intermedia.

La via attacca subito a destra della volta grande. La chiodatura non è visibile da terra, occorre alzarsi sulle rampe a destra del pennino roccioso che si incontra sul sentiero.

Si tratta di una via di scalata mista, libera e artificiale, con un gran tetto da superare a suon di staffe.

Al contrario di molte voci che circolano, a mio avviso la via è molto bella, e saprà regalare sicuri emozioni a chi cerca il brivido del vuoto e dell'esposizione, ma non di meno, una scalata entusiasmante mai banale, ( con tiri anche molto duri se fatti in libera ) su roccia che va dal magnifico allo sbriciolone, ma solo in alto su brevi tratti.

La via è attrezzata con gli originali chiodi e i tratti in artificiale, sono quasi sempre su chiodi a pressione, tuttavia sul tiro del tetto, ho intergrato la chiodatura originale, con fix inox da 10, in più uno spit a tutte le soste che ancora ne erano sprovviste. Utili 15 rinvii (e più se volete passare tutti i chiodi ) e parecchi cordini sia per attrezzare le soste che per allungare le rinviate al fine di diminuire gli attreiti. Una buona staffa e capacità di muoversi sull'artificiale saranno utili per non cuocersi le braccia a tirare chiodi.

Inutile dire ( ma sempre bene ricordarlo ) che per affrontare questa via sono necessarie buone doti alpinistiche, e ovviamente che piaccia lo stile.

     

DISCESE:

 

Raggiunta la cima della parete, si continua a salire per terreno impervio fino a raggiungere la cresta del Forato sulla quale passa la via ferrata "Renato Salvatori". Da qui si può scegliere di continuare verso sinistra raggiungendo la vetta, quindi scendere sotto l’arco ( raccomandata la doppia votiva nel foro come bella conclusione di giornata ) e seguendo il sentiero si ritorna all’attacco delle vie. Se invece, una volta raggiunta la cresta si scende verso destra, si va direttamente all’attacco della ferrata e quindi scendendo sul sentiero n. 6.

Se si sono lasciati gli zaini in fondo alla parete conviene notevolmente la prima, diversamente la seconda.

Per la via 38 special si può scendere in doppia, avendo cura di moschettonare a ritroso gli spit dello strapiombo.

Questa discesa è fattibile anche per la Stefaluk visto che le due vie terminano molto vicine.

Fixieland discesa in doppia sulla via.

 

 

 

 

 

 

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